Alla luce degli ultimi acquisti ho dovuto rivedere la mia lista di dischi da portare sull'Isola deserta. Oltra al già citato e recensito "Concerts" degli Henry Cow, un altro album è entrato a far parte dei miei preferiti in maniera determinante.
Trattasi di "Valentyne Suite", capolavoro dei Colosseum del 1969. Provenienti da esperienze del British Blues anni '60, come Graham Bond Organisation e Bluesbreakers, sono tra i musicisti più tecnici e professionali del momento, tra i quali spiccano il tastierista Dave Greenslade e il sassofonista Dick-Heckstall Smith.
"Valentyne Suite", che è il loro secondo album, il primo per la Vertigo, contiene la mitica ed omonima suite, brano di svolta nella musica dei Colosseum, che hanno da sempre fatto del rock/blues il loro marchio di fabbrica. Il brano rappresenta una pagina fondamentale per il progressive tastieristico, soprattutto per la sua interpolazione col sassofono (che non appartiene strettamente a questo stile). Intrecci vertiginosi e continui cambi di atmosfere, caratterizzano questa lunga suite che occupa un'intera facciata del disco.
A contorno, oltre ai brani più consueti come The Kettle ed Elegy, c'è un bellissimo blues (Butty's Blues), con magistrali arrangiamenti e sezione di fiati condotta alla grande da Dick-Heckstall Smith.
E' disponibile anche su cd, in versione rimasterizzata e con un secondo cd aggiuntivo con numerose tracce bonus, di cui alcune live.
Dopo quattro album (tra cui il bel doppio live), i Colosseum si sciolgono nel 1971 e la loro musica riprende vita, grazie al contributi dei singoli artisti, in nuove formazioni come Atomic Rooster, Humble Pie, Greenslade e Tempest.
Dal 1994, a seguito di numerose reunion, hanno ripreso l'attività discografica e le esibizioni dal vivo.
giovedì 17 aprile 2008
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