domenica 13 aprile 2008

Il Boss e La Bionda - Disavventure Viniliche II°Parte

Premessa: questa storia non farà ridere (o almeno non dovrebbe)

Questa qui ci è capitata diversi mesi fa. Dico "ci", perchè oltre a me era presente Ambra, che ormai conoscete tutti. L'inizio è sempre lo stesso: mi contatta una persona al telefono che vuole vendere dischi, si prende appuntamento e ci si reca sul posto.
Ora, sempre per motivi di privacy, non mi addentrerò molto nei particolari, però sappiate che la zona dell'incontro è nel biellese collinare, notoriamente si tratta di luoghi aperti, ben soleggiati, con tante belle ville e villette abitate anche da persone benestanti (ma non solo).

Pare essere un bell'incontro, almeno di quelli dove non devi passare migliaia di vinili in mezzo a quaglie assassine, gatti incontinenti, nobili pazzi o cose del genere, insomma.

Tuttavia, giunti sul posto non riesco a trovare il luogo esatto dove mi devo recare, anche se non ci sono migliaia di vie. Provo a telefonare, ma suona sempre occupato. Decido così di intercettare una ragazza che abita nella zona per chiedere informazioni su dove si trovasse la famiglia che cercavamo (che noi chiameremo Sdurrwelz, sempre per privacy).
La ragazza mi guarda in modo strano, quasi come se si chiedesse perchè mai dovessi recarmi proprio lì, comunque mi indica gentilmente la strada e, facendomi intuire che evidentemente questa amena famiglia è ben conosciuta, mi dice che una volta arrivato c'è un campanello manuale (?) dove suonare.

Ora, se questo incontro mi fosse capitato in questo periodo e con l'esperienza che mi sono fatto andando nei posti più assurdi, avrei già subodorato il pericolo, ma tant'è, eravamo alle prime uscite e come tutti i 'ggiovani sognatori non avevo dato peso alle parole della ragazza.

Comunque, seguendo le sue indicazioni, giungiamo sul posto. Vi avevo detto che la zona era ricca di ville e villette? Beh, avevamo trovato proprio l'unica abitazione che col termine "villa" c'entra come la cacca sugli spaghetti. All'entrata troviamo il campanello manuale, e un piccolo cancelletto arrugginito e in disfacimento, dal quale si può intravvedere che la meravigliosa abitazione è circondata da uno strato di edera, baobab e mangrovie giganti che ormai hanno quasi completamente inglobato l'edificio.
Ci accoglie un simpatico signore (Il Boss), di quelli che non sai mai dove guardarlo, visto che un occhio ce l'ha di vetro e l'altro quasi gli manca (non si deve scherzare su queste cose, lo so, è che a volte non sai se metterti a piangere o prenderla con filosofia). Assomigliava vagamente a Donald Sutherland, sopravvissuto ad un incontro di boxe con Cassius Clay.
Ci porta dentro casa sua, man mano che ci addentriamo scopriamo un mondo che non pensavamo esistesse più: la casa già tetra di suo, molto vecchia e cadente aveva un pavimento scuro, in marmiglia modello "Dontwash", ovvero non lavato da diversi lustri, le pareti intorno avevano una tonalità tra il "marrone-scuro-scuro-ma-molto-scuro" e il nero (scuro pure lui). Si intravvedeva in un'altra stanza una montagna di vestiti e pezze informi alta circa 3 metri, toccava quasi il soffitto.
Finalmente, si fa per dire, entravamo nella stanza dove c'erano i dischi. Ci attendeva la moglie (la Bionda).

Ora, io non sono un mostro di simpatia, ma vi garantisco che 'sta tipa era alquanto antipatica e menefreghista, piuttosto egocentrica e irrispettosa (soprattutto del marito, che non se la passava molto bene).

Il nostro spirito (come avete potuto notare dalla foto sopra) già abbastanza provato dalle esalazioni inferte da una caldaia post nucleare a legna (marcia), non aveva ancora visto il peggio! Infatti su un tavolo diroccato del medioevo modello "Pierluigi XCMLXIII", stavano diecine e diecine di dischi di dubbia provenienza. Nonostante gli immancabili Canti degli Alpini di Stroppiana Vol1-124, amene Sinfonie in La calante di Irijna Skassalkazzaja e magistrali opere come "Le Tre Grazie e i Tre Sifiguri", c'erano pure diversi 45 e 33 giri di quelli veramente interessanti.

C'era però un piccolo particolare: i dischi sembravano essere stati appena riesumati (tra l'altro senza aver avuto l'autorizzazione del GIP), da una bara sotterrata malamente in giardino, infatti erano COMPLETAMENTE ricoperti da terra e muschio!!!!. La bionda, non sembrava essere minimamente turbata dal fatto, probabilmente era il posto dove li tenevano abitualmente (sigh).
Abbiamo cercato di dividerli certosinamente, separando la merdaccia dal meno peggio, recuperando almeno una trentina di vinili.
Non contento Donald (il Boss), ci offre di vederne altri, al che cerco gentilmente di declinare l'invito, ma lui, insistendo se ne va in un'altra stanza a prenderne altri.
Dopo un po' una vasta nube (probabilmente tossica), scura e inquietante penetra nel salotto dove ci trovavamo; la nebbia dissipandosi ci faceva intravvedere il nostro amico con in mano altre decine di dischi e cofanetti, in condizioni ancora peggiori dei primi.

Insomma, non vedevamo l'ora di alzare i tacchi, prima che ci offrissero qualcosa da bere, non senza però cercare di acquistare qualcosa. Mi spiaceva andare via a mani vuote e magari con una bella lavata (sì ma proprio bella, eh) quei dischi avrebbero potuto riprendere un colorito più normale. Tuttavia la Bionda, non aveva accettato l'offerta, illusa dal fatto di poterli tranquillamente rivenderli a prezzi più alti ovunque (ma chi 'tte compra sto mucchio di vinile misto terra???)

Beh, alla fine ce ne siamo andati, tutto sommato neanche troppo malvolentieri, l'unico effetto collaterale è stato quello di ritrovarci con la gola completamente bruciata dai miasmi della stufa potenziati dall'abuso di sigari e sigarette marca "CERNOLIFE" dei due simpatici inquilini, a tal punto che arrivati a casa abbiamo fatto ricorso a varie tisane e ricostituenti (e anche un bagno nella soda caustica) pur di scrollarci di dosso tutto quel bel putridume.

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