sabato 15 agosto 2009

Anche la Moquette Cammina - Gli Esperimenti Scientifici di Munckaarp Vanderfleecken

Oggi, 15 agosto 2009, a distanza di quasi un anno, ha fine uno degli esperimenti scientifici più importanti dell'umanità: è finalmente stato appurato che le moquettes camminano.

No, non sono pazzo... ora vi spiego.

Come sapete ormai bene, al terzo piano di casa nostra alberga Scintilla, il nipote di Ambra. Ovviamente non in estate anche perchè, va bene durante l'anno ma, almeno per tre mesi, non lo voglio nè vedere nè sentire (scherzo, ovviamente)... bravo eh, però un minimo di libertà ogni tanto ci vuole.
Comunque, quando è venuto a stare da noi, abbiamo deciso di dargli una decente sistemazione, benchè ci fosse già a disposizione il rustico dove teniamo solitamente la legna. Ma, impietositi dall'eventualità di lasciarlo al freddo e al gelo del rustico, abbiamo deciso di mettere a posto per bene una delle stanze al terzo piano cosicchè, nel giro di pochi giorni, quella stanza è stata completamente trasformata, ripulita, riverniciata da cima a fondo e ora, è una accogliente stanza per gli ospiti.

C'erano da smaltire però tutti i detriti e rifiuti, soprattutto bisognava liberarsi di un'ingombrante moquette grigio-topo ormai inutilizzabile, ma era molto grande e non si poteva certo mettere in un sacco, nè tantomeno buttare per strada.
Sarebbe stato sufficiente telefonare a quelli del Comune dicendo di passare un giorno davanti a casa e loro l'avrebbero presa in consegna e smaltita poi in seguito. E' questo un servizio completamente gratuito (telefonata a parte) e molto comodo, specie quando si è in periodo di ristrutturazioni.

Ma sarebbe stato troppo semplice. In più, il mio viscerale odio per il telefono, ha fatto sì che mi balenasse in testa un'idea molto più interessante e diabolica. Avevo cioè scientificamente deciso e scommesso con Ambra, che ero sicuro che prima o poi, qualcuno ce l'avrebbe portata via comunque e la mia annosa esperienza in fatto di oggetti abbandonati mi dava ragione in tal senso.
Infatti, tutte le volte che volevamo liberarci di qualche oggetto ingombrante e l'avevamo volutamente lasciato davanti al rustico o vicino ai nostri cassonetti dell'immondizia, in balìa di chiunque, tempo qualche giorno al massimo e l'oggetto spariva "misteriosamente"

Tanto che ho cominciato a chiedermi chi fosse il pazzo che si portava via biciclette senza ruote, mobili orripilanti magari senza cassetti... evidentemente c'è un mercato fiorente.
Così, anche la moquette (che vi ricordo, NON era in materiale sintetico e inerte agli agenti atmosferici) è stata accuratamente depositata in bella mostra, davanti al rustico, in attesa di essere portata via da qualcuno.
Ma, evidentemente, anche per le moquette è un periodo di crisi e, infatti, i giorni cominciavano a passare l'uno dietro l'altro ma non un cane che se la portasse via. Oltre ai giorni, cominciavano a passare anche le stagioni e così la povera moquette somatizzava su se stessa, l'accanirsi degli eventi atmosferici più disparati, pioggia, sole, vento, pioggia, sole, neve, neve, sole, neve, pioggia, oltre ai naturali eventi biologici che è meglio vi risparmi...
Fortunatamente, devo dire che non puzzava assolutamente, quindi non ci sono stati problemi batteriologici, che ovviamente avrebbero posto fine anticipatamente al mio esperimento, già piuttosto a rischio visto che man mano che passavano i giorni, aumentavano gli insulti e le bestemmie di Ambra, che cominciava a dare segni di insofferenza per l'ingombrante presenza pelosa davanti al rustico.

Passano i mesi, e comincio a pensare che dovrò necessariamente telefonare al Comune perchè venga prendersela, anche perchè comunque, quelli del Comune, fanno sempre un giro in maniera autonoma, anche se non li chiami. Però notavo con tristezza, che la moquette (che ormai non era neanche più grgia) rimaneva lì sola, abbandonata, senza che nessuno se ne prendesse cura, magari impietosito dalle sue condizioni sempre più disperate.

Ma la storia insegna che la scienza non ha mai guardato in faccia nessuno e che bisogna avere fiducia. E così, rinfrancatomi da solo, ho deciso che avrei aspettato ancora un po', nella speranza (in cuor mio mai doma) che sicuramente prima o poi avrei avuto la meglio su tutto e tutti.
E difatti, la ma folle speranza è stata ripagata ampiamente: ieri pomeriggio, uscendo di casa insieme ad Ambra, nonostante il caldo e il sole acciecante, ci siamo accorti che mancava qualcosa intorno a noi... eppure la casa c'era ancora, il rustico pure, le piante idem... cosa mancava allora? Guardandoci intorno con aria incredula, ci accorgiamo che non c'è più la moquette! Qualcuno se l'era portata via (facendomi risparmiare una telefonata al Comune)!!!

Ero quasi commosso dalla gioia. Il mio esperimento era perfettamente riuscito, certo, con un lieve ritardo forse, ma era riuscito! Ancora una volta la scienza ha trionfato sugli scettici. Avevo vinto la mia scommessa al che, non ho potuto esimermi dal rivolgermi ad Ambra con il tono da trionfatore borioso e truffaldino, cercando di evitare i suoi ganci, mentre le dicevo:" eh? hai visto?avevo ragione io! hahahahahahah!"

La scienza ha trionfato per l'ennesima volta! BUAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

venerdì 14 agosto 2009

Il Difetto del Chiamarsi Estate...

La vera piaga dell'estate è che, con la caldazza imperante, le finestre rimangono giustamente spalancate, rivelando però l'infelice difetto di far entrare anche i rumori molesti della società umana che, se da una parte possono essere tollerati e accettati e addirittura desiderati (come ad esempio, il suono del campanello, il che significa che il postino mi deve consegnare una bella carriolata di dischi o cd), dall'altra sono veramente insopportabili e frustranti.

Essi sono principalmente: il mio vicino a Est, che si arrabatta con motoseghe, tagliaerba, bulldozer e quant'altro, fin dalle sei del mattino, pur di tenere a modo il suo cazzo di giardino (ormai diventato un orto botanico, a furia di piantare le specie più assurde di pomodori, datteri fluviali, tipiche noci di cocco biellesi, e altre amenità del genere, che oltretutto non regala neanche... (alla faccia del buon vicinato!).

poi c'è il mio vicino a Est-Sud-Est, che è una persona gentile e ben educata ma con un solo difetto: egli fischia. Cioè, non c'è nessun male a fischiare, per carità, ma la cosa insopportabile è che non finisce mai di fischiare... è un continuo perpetuo cinguettìo di arie popolari della bassa! belle eh, però cazzo.. respira ogni tanto... ma che è?!?! sei andato a scuola da Roland Kirk a fare respirazione ciclica per 30 anni? non è possibile! non la smette più...

Infine, per non farsi mancare nulla, ci sono dei ragazzi che stanno dalla parte opposta della strada. Loro ascoltano musica, ma la caldazza è imperante pure da loro, per cui anche le loro finestre sono spalancate e la musica dal loro stereo, arriva pure qua, da me, povero bimbo indifeso...
Oddio, ogni tanto mettono su i Pink Floyd, che è cosa buona e giusta... peccato che abbiano solo Dark Side Of The Moon e mettono sempre e solo su quello... certo, grande album (non come Atom o Meddle o Sacerful Of Secrets, comunque), però cazzarola... ma finchè mettono i Pink va bene, il problema arriva quando improvvisamente, dopo i 40 minuti di Dark Side, l'atmosfera rilassata dell'aria circostante viene sconquassata dalle fastidiose "canzoni" di Gigi D'Alessio, sparate a volumi ben più importanti e che provengono dalla stessa casa... ma come cavolo si fa a ascoltare i Pink Floyd e Gigi D'Alassio ?!?!?! non è umano! o l'uno o l'altro... anzi, l'uno! l'altro no! vi prego!

Ed è a quel punto, che la mia tolleranza ha fine... Quindi, come si conviene da buoni vicini, non vado certo a suonargli il campanello per dirgli di cambiare disco... non si fa... non chiamo certo i carabinieri per disturbo alla quiete pubblica... non si fa...

Quindi?

e quindi si mette a palla lo stereo (il mio, stavolta) con qualcosa di più consono, magari qualcos'altro dei Pink, così magari gli viene voglia di ascoltare anche altri dischi, non solo Dark Side...

in questo preciso momento, nel quale sto scrivendo questa inutile nota, dall'altro capo della strada, si ode una bellisssssima ed imperdibile hit di (credo) Peppino DiCapri...

che faccio? accetto consigli... io opterei per qualcosa di violento da opporre, tipo i Magma... con quelli dovrei andare sul sicuro.... no grazie, il metal è meglio di no... sarebbe troppo facile... e comunque non lo tengo in casa.

oppure qualcosa di veramente indigesto e a tutto volume...

Stockhausen ? Varèse ? Ives ?
o magari Orff ?

o metto su Zappa?

no... contro Peppino ci voglio i Magma....

e allora, cha MAGMA siano!

CHE LA GUERRA ACUSTICA ABBIA INIZIO!
HAHAHAHAHAHAHHHAHAHA

martedì 11 agosto 2009

Alla fine, ci vado sempre di mezzo io... (I Sogni di Munckaarp Van Der Fleecken - IV° Parte)

Approfitto della tranquillità temporanea degli esseri umani, molti dei quali ancora tra le calde braccia di Morfeo, per aggiornare il blog, ultimamente un po' abbandonato al suo destino, con un sogno fresco fresco di qualche minuto fa.... e come al solito, un po' strano.

Dunque, è diviso in due parti, ma è sempre lo stesso sogno, solo che c'è una parte centrale che non ricordo.
Nella prima, mi trovo, insieme ad alcuni amici, all'interno di un'enorme casa/ristorante, che è gestita da me insieme a un amico (un noto sassofonista, nonchè amico di fresca data) e un altro che non ricordo chi sia. Ci troviamo in uno dei tavoli, quello solitamente utilizzato dai soci; è un tavolo molto grande, in formica, rotondo e di color verde mela, dal piano molto spesso e le gambe acciaio. Sì, lo ammetto, come tavolo fa cagare, ma abbiate pazienza, è un sogno (nel senso che sto sognando, non che ne desideri uno fatto così).
Comunque. Oltre a me c'è Ambra e alcuni amici, che si trovano lì a fare colazione, perchè è una casa/ristorante, ma nel sogno è mattina.
Si sta parlando di tante cose, progetti, problemi, ma l'atmosfera e molto tranquilla.
Io, ho molto sonno, ma mi sto svegliando, tuttavia, sto ancora sonnecchiando e sono seduto su una sedia sdraio, ma molto alta e, soprttutto, completamente girata sotto sopra, cioè sto praticamente dormicchiando a testa in giù. E il mio socio, è preoccupato dalla cosa, tanto che mi spedisce un messaggio dove mi dice (parole testuali anzi, scritto testuale) "ti vedo giù e sono giù, ti vedo su e son più tranuillo".... state tranquilli, non è omosessuale, è solo un po' preoccupato, infatti, stiracchiandomi stancamente, mi capovolgo, quasi come facessi il movimento di un addominale, e mi riporto al tavolo con gli altri.
Le conversazioni sono le più diverse, quella che mi ricordo è che i fornelletti della cucina, sono disposti male, soprattutto uno dei fuochi, quello in alto a destra, non funziona bene, perchè era stato da poco lavato e risistemato con poca cura, per cui le fiammelle uscivano a stento. Altra cosa che ricordo, è che c'era la musica dal vivo (nonostante fosse mattina presto) e che a un certo punto io e il mio socio ci dividiamo un piatto di ossobuchi, con l'ultima pagnotta rimasta.

Poi di questa parte di sogno, non ricordo nulla, anche se so per certo che era ancora lungo, era una parte fatta di molti discorsi ma, ahimè, cancellata per sempre dalla mia ram. Tra l'altro non mi sono svegliato lì, anzi riprendo dopo un po' a sognare.

E ci ritroviamo nel mezzo delle strade cittadine di Genova. Nella mia auto ci sono sempre Ambra, il mio socio con la fidanzata e c'è anche il Solani (il mio insegnante di musica... beh, l'avevo citato molto tempo fa in altri post, a proposito della verdura dimenticata in macchina...).
Non so perchè siano con me cioè, so che li sto portando in Francia, ma non chiedetemi perchè.
Comunque. Ci troviamo in pieno centro e tutto sommato, non c'è un gran traffico; dobbiamo raggiungere l'autostrada e intanto si chiacchiera normalmente. A un certo punto l'attenzione di tutti si sposta sulla destra dove, in uno spiazzo, c'è un container, completamente aperto sui quattro lati, contenente un trattore pieno di legna, solo che la legna lo riempie in maniera incredibile, traboccando dal container e addirittura sparpagliandosi in giro.
Alllora, a questo punto inizia un dialogo tra me e Stefano, che diche più o meno così:

S. - no!no! ma allora mi devi aiutare! non possiamo andare avanti così. Guarda che squallore! Possiamo fare un sacco di cose, noi. Poi quando suoni, comunque suoni benissimo, no?

G (io) - (con un'aria un po' imbarazzata) - mah... Stefano, lo sai che non suono quasi mai... sì, beh, se faccio le mie cose ...

Intanto, ci immettiamo in un grosso viale, piuttosto trafficato. Per raggiungere l'autostrada, devo svoltare ma, causa dei lavori in corso, siamo costretti a fare una deviazione, che ci allunga la strada di qualche centinaio di metri poi, a un certo punto veniamo obbligati a fare un'altra deviazione, praticamente facendo un'inversione a U in quello stesso viale, come del resto stavano facendo tutti, per poi svoltare verso l'autostrada.
Solo che, dopo pochissimi metri, vediamo molti cartelli per lavori e, sul centro della carreggiata, una marea di detriti, ciottoli, più o meno tutti della stessa grandezza e di color biancastro/grigio, con gli angoli molto aguzzi.
A quanto pare, stanno demolendo alcuni edifici della zona, per cui deviano il traffico. Non sarebbe nulla di strano senonchè, ci costringono a passare (e come noi molti altri) proprio vicinissimo anzi, quasi sotto, gli stessi edifici che stanno buttando giù.

Io, essendo comunque estate, ho il finestrino giù ma per cautela, lo alzo tenendolo aperto solo per qualche centimentro. Proprio mentre stiamo passando noi (ovviamente), arriva giù un'altra quantità incredibile di detriti, che colpiscono anche la macchina, ma quello è il problema minore, perchè un grosso quantitativo di pietre miste a ghiaia, terra, erba e altro, entra in macchina ricoprendoci parecchio, soprattutto me, che vengo travolto da un ammasso di detriti, giù per la schiena e anche in faccia. Non mi fa molto male, però un bel po' di dolore al naso, soprattuto, lo sento, tanto che non riesco più a guidare e, nonostante andassi piano, rischiamo di finire fuori strada.
Fortunatamente, essendo comunque vigile, con un occhio riesco a capire dove andare e, prima di finire contro un'altra casa mi fermo.
Di colpo, tolta la terra di dosso, ci troviamo in una piazza, rettangolare, non molto ampia. I biellesi la potrebbero visualizzare come Piazza Cisterna, su al Piazzo. E' molto simile, forse un po' più larga.
Fatto sta che, una volta tolti i detriti usciamo dalla macchina e ci guardiamo intorno. Le case che si affacciavano sul piazzale, avevano tutte dei balconi, pieni di gente che ci osservava.
Io ero incazzato nero per l'accaduto e non so perchè, ce l'avevo coi francesi. (probabilmente perchè nel sogno, eravamo sì a Genova ma contemporaneamente anche a Ventimiglia, ancora in Italia, ma già con parecchi abitanti francesi).
Improvvisamente la gente sui balconi si anima, in maniera evidente e, proprio gli abitanti francesi, visibili perchè vestiti di blu, cominciano ad agitarsi contro gli italiani, presi invece un po' alla sprovvista, con gesti piuttosto chiari, addirittura cominciano ad arrampicarsi sui balconi per andare a massacrarli.
La situazione degenra molto velocemente, tanto che mi rendo conto che dobbiamo uscire subito da quella piazza, prima che sia troppo tardi e ci dirigiamo velocemente verso il confine, quasi come fosse troppo tardi per tornare indietro, pur con il dubbio però di essere non molto bene accetti una volta passata la dogana.

e poi mi sveglio...

giovedì 6 agosto 2009

STRADE DEL CINEMA - edizione 2009

Parte stasera l' edizione 2009 di STRADE DEL CINEMA - Festival Internazionale Del Cinema Muto Musicatio dal vivo.

Dal 6 al 13 agosto, con numerosi eventi e il consueto Concorso Giovani Musicisti Europei

La serata di apertura vedrà un omaggio al grande Stanley Kubrick, attraverso le musiche del compositore Ligeti, eseguite dall' Orchestra SFOM della Valle D'Aosta, dirette dal M° Mauro Gino.

Tutte le info su www.stradedelcinema.it