lunedì 13 aprile 2009

I Rischi Del Chiamarsi Munckaarp (... dal romanzo... "The Importance of Being Munckaarp") - Eventi Quasi Nefasti

Vi capita mai di rischiare di morire? Escludendo ovviamente eventi che non possiamo controllare noi, ma contando solo le volte in cui ce le andiamo a cercare pur potendolo tranquillamente evitare...

Beh, a me sì, tutto sommato abbastanza spesso.

Una volta, nel 1988 (sono sicuro perchè c'erano gli Europei), mi avvicinai incautamente ad un piccolo motore che mio papà stava pacioccando, da usare nell' acqua, ma non ricordo per cosa. So solo che le bobine di filo di rame, rappresentavano per me, povero piccolo pazzo, un qualcosa di irresistibile. Le ho sempre adorate, soprattutto toccarle, sono così liscie...
Vabbè, se non fosse stato per mio papà, che con una manata e una bestemmia allegata mi scaraventò distante, ci sarei rimasto, visto che l'apparecchio era attaccato alla corrente.

Le proprietà della 380 e della 220, ricorsero anche una volta, anni prima, in cui attaccai il trasformatore per far funzionare quelle piste (tipo Polistil) alla corrente e poi, il morsetto, invece che attaccarlo ai jack della pista me lo misi in bocca, sulla lingua... a dire il vero non sentii nulla, se non un leggero sfrigolìo sulle papille, beh, tutto sommato niente di particolare...

Mio fratello faceva di peggio... lui trangugiava soda caustica come fosse citrosodina!

Ora, non ricordo se nel corso degli anni successe altro, a parte un incidente stradale dove sono rimasto miracolosamente illeso, dopo aver sventrato un guard-rail in una strada di montagna quando lavoravo in Valle d'Aosta, circa 10 anni fa. Andavo un po' forte, effettivamente, avevo un po' fretta e in una curva andai in testa-coda con la Fiat Uno del cuoco dell'albergo dove lavoravo.
Sfondai il guard-rail e la macchina si fermò oltre il ciglio della strada, contro due piante, che mi evitarono un bel volo nell'etere, con ampia vista panoramica, dal momento che ero a 1500 metri sul livello del mare, più o meno... In quella zona si ricordano ancora bene l'incidente; beh, non a caso, il mio soprannome, all'epoca, era Schumi.

Ah, sì, l'anno scorso mi sono tagliuzzato per bene la manina in un vetro, con annesso "leggera" fuoriuscita di sangue per le scale, in macchina, al pronto soccorso,... forse ricorderete, dai vecchi post.

Oggi, invece, mentre stavo lavorando in giardino al nuovo Jacksonaic, ho "assaporato" i deliziosi aromi e retrogusti della vernice. Stavo utilizzando alcune bombolette spray gentilmente prestatemi da mio fratello. Mi serviva l'arancione ma, accidempoli, la bomboletta non funzionava bene, usciva pochissimo colore; non so, erano un po' vecchie, il forellino sembrava ostruito e lui non le utilizzava da un bel po'... così ho deciso di operare una tracheotomia artigianale al foro di uscita del colore.
Certo, avrei potuto indossare gli occhiali da lavoro che metto di solito per le schegge di vetro e magari pure una mascherina, ma mi son detto "... massì, due secondi ed è fatto... 'cazzo ci vuole?!?!"
E comunque mica sono pirla! la bomboletta era orientata bene, in modo da non spararmela in faccia. Poi si sa come vanno a finire 'ste cose... il forellino era un bel po' ostruito, così ho dovuto fare un po' di forza e senza accorgermene, me la sono puntata addosso.

Beh, devo dire che la tracheotomia operata con un rametto di vite (altro che McGyver!) è perfettamente riuscita, infatti la bomboletta (agitata ovviamente un bel po' prima, nel tentativo vano di utilizzarla), avendo raggiundo una sufficiente pressione, mi è esplosa in faccia, ricoprendomi di arancio occhi, naso, bocca, e derivazioni varie.

A poca distanza da me c'era Ambra, intenta a rianimare alcune pianticelle del giardino, che ovviamente non si è accorta di nulla, anche perchè io, pur cosciente, non sapevo bene come attirare la sua attenzione senza farla svenire. Fatto sta che alcuni vagiti arancioni emanati dai miei poveri polmoni l'hanno incuriosita e, come già in occasione della mano tagliata, in due micro-secondi mi ha trascinato in bagno, anche perchè vedevo un po' tutto arancio e non è che avessi un gran gusto in bocca...
Oltretutto essendo vernice, per farla andare via, ci vuole l'acquaragia, che non è che sia il massimo della vita come aperitivo (erano le 11 e mezzo circa).
Beh, meglio comunque farsi bruciare la faccia dall'acquaragia, che morire avvelenati! eppoi l'arancione è, assieme al nero, il mio colore preferito, mi sarebbe dispiaciuto morire di arancionite acuta!

Fortunatamente si è tutto risolto senza dover ricorrere al pronto soccorso, pur con le palpebre arse dall'acquaragia, ho mandato giù qualcosa per cambiare un po' il gusto che avevo in bocca e, nel pomeriggio ho potuto completare l'esterno del nuovo Jacksonaic.

Uhm... devo dire ad Ambra che i risotti li faccio meglio io, il suo sapeva un po' di arancione...
;-)

5 commenti:

ambra ha detto...

"Ovviamente"...sentendo lo spruzzare di una bomboletta non mi allarmo...altra cosa è stata sentire uno strano lamento a bocca chiusa e, voltatami, trovare uno strano essere arancione a fissarmi con sguardo tipo civetta o forse dovrei dire: allocco, è più calzante....;)))

Anonimo ha detto...

Non mi è mai saltato in testa di elencare i momenti di pericolo di morte nella mia vita. Comunque non lo farò. Devo però dirti che se ti ricapitasse di farti esplodere una bomboletta di vernice in faccia,(so che potrebbe capitarti nuovamente,considerando il tuo comportamento disumano) non usare + l'acquaragia. è sufficiente un generoso strato di Nivea, 10 minuti e uno straccio asciutto e voilà. Pulito e idratato. Anni di "imbianchismo" insegnano. fnk

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

Perche non:)